Comunicazione digitale

Il post-fordismo ci ha insegnato, ormai già nel secolo scorso, che è il mercato che dirige la produzione, e non il contrario.

Il trionfo pubblico di alcuni grandi brand orientati al marketing ci ha dimostrato che il gusto e il desiderio collettivo sono leve economiche sostanziali, per quanto effimere, capaci di determinare il successo e la diffusione di un prodotto, o il suo rapido fallimento.

La Rivoluzione Digitale e l’ascesa dell’Era dell’Informazione ha impattato sulla società nel suo complesso creando un cortocircuito tra il consumo di beni immateriali e la creazione di senso, di gusto, di significati capaci di orientare l’economia ben oltre ogni logica materialistica prevedibile.

Le ricorrenti crisi di sovrapproduzione industriale hanno spianato la strada per un’economia del superfluo guidata esclusivamente dalla moda, intesa come desiderio pubblico diffuso.

L’immaginario pubblico è il luogo centrale di produzione del gusto; e la Rete ha offerto un ambiente magmatico in cui rappresentare le subculture e far circolare le idee, dando vita ad un media che fosse per la prima volta autenticamente internazionale, capace cioè di influenzare gli individui in ogni parte del mondo.

La dialettica del mercato, lo scambio tra produttori e consumatori, non è mai stata tanto dinamica.

Non è possibile desiderare qualcosa che non si conosce.

I beni materiali devono quindi rendersi pubblici, imparare ad attrarre i consumatori in un contesto produttivo ormai sempre saturo di offerta.

Contemporaneamente il consumo di beni immateriali non è mai stato tanto diffuso ed intenso.

L’informazione e l’intrattenimento sono le merci più scambiate a livello globale, e le più prodotte ad ogni livello.

Ogni volta che esprimi la tua opinione su un social, ogni volta che posti un meme divertente, ogni volta che condividi un link.

Ogni volta sei tu stesso il produttore di informazione e intrattenimento per qualcun’altro.

Le dinamiche pubbliche capaci di generare significato e desiderio sono frammentate a livello molecolare, e veicolate dall’azione individuale degli stessi consumatori, resi contestualmente oggetto e soggetto dell’industria digitale.

Chiunque può offrirsi come soggetto capace di influenzare il mercato in un determinato settore se si dimostra in grado di coltivare un’audience di consumatori disposti a seguirne i gusti.

L’influencer marketing ha dimostrato negli ultimi anni fino a che punto la parcellizzazione del gusto sia in grado di agire come leva di mercato sulla produzione materiale delle merci.

La generazione di contenuto pubblico è divenuta una leva di marketing sconfinata; in un contesto in cui intrattenimento e informazione arrivano a fondersi, perché condividono la medesima moneta.

L’attenzione del pubblico, il desiderio dei consumatori, è la valuta universale che oggi viene spesa tutti i giorni sul mercato digitale, generando ricadute economiche senza precedenti su tutti i rami della produzione.

Anche perché le generazioni più giovani traggono dalla Rete la parte più importante del loro immaginario soggettivo, e inevitabilmente rendono internet il luogo centrale per la produzione di quel senso pubblico che poi si dimostra in grado di generare desiderio, che è la leva principale del marketing fin dall’alba dei tempi.

Se hai capito questo sei già un passo avanti, perché hai capito come funziona il presente.

Se hai capito tutto questo sei pronto a partecipare a questo modernissimo presente per dare forma ad un futuro che ti includa, e che lo faccia in una posizione vantaggiosa.

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